Castelnuovo del Garda

Castelnuovo del Garda (1796 e 1848)

 

Castelnuovo del Garda si trova sulla strada Bresciana, la direttrice cioè che collega Verona al lago di Garda e a Peschiera. Il 10 maggio 1796 fu occupato dall’esercito austriaco in ripiegamento dopo la sconfitta subita durante la battaglia di Lodi. Alla fine di luglio invece furono i francesi ricacciati da Verona e da Rivoli ad attestarsi a Castelnuovo per poi passare il Mincio a Peschiera. Qualche giorno dopo, il 6 agosto, il generale Massena ripiombò su Castelnuovo cacciandovi gli austriaci. Nel novembre successivo,si verificarono altri imponenti passaggi di truppe in seguito alla battaglia di Arcole.

L’episodio senza dubbio più importante che interessò la cittadina di Castelnuovo avvenne nell’aprile del 1848. Le truppe piemontesi, bloccate e costrette dall’indecisione dei loro comandanti, non avevano ancora passato il Mincio quando un corpo di volontari, guidato da Luciano Manara, decise un colpo di mano isolato. Con alla testa il genovese Agostino Noaro salparono da Salò e si portarono a Cisano di Bardolino nella notte tra il 9 e il 10 aprile 1848; quindi proseguirono a piedi verso Lazise, che occuparono. Contemporaneamente fecero anche un colpo di mano conquistando la polveriera Belvedere posta tra Castelnuovo e Peschiera. Venuti a sapere che a Castelnuovo si trovava un gruppo di soldati austriaci ma di nazionalità italiana, intenti a foraggiare, il gruppo di volontari decise dunque di piombare in paese e di occuparlo. Secondo quando riportato dalla tradizione storiografica veronese, gli abitanti di Castelnuovo tentarono di dissuadere i 200 volontari di accamparsi in paese, impauriti com’erano della possibile rappresaglia austriaca. Gli uomini di Noaro, anziché assicurarsi le spalle, presidiando le alture attorno al centro abitato, decisero di fermarsi all’interno dell’abitato. Com’era ovviamente prevedibile, l’11 aprile, informato di quando stava accadendo a Castelnuovo, il comando austriaco inviò da Verona un consistente corpo di spedizione al comando del generale Thurn und Taxis, il quale diede sostanzialmente libertà di movimento ai suoi uomini per reprimere al più presto la resistenza dei volontari. Dopo un’accanita opposizione, gli uomini di Noaro, braccati casa per casa, lasciarono Castelnuovo ritirandosi verso Lazise. Le truppe austriache, però, si abbandonarono ad una selvaggia rappresaglia saccheggiando le abitazioni e abbandonandosi a violenze di ogni genere. A quanto pare furono oltre quaranta i morti civili vittime della ferocia imperiale.