Informazioni - Palazzo Fioroni - Il Novecento

I destini della famiglia Accordi si intrecciarono con quelli dei Fioroni in seguito al matrimonio tra Ferruccio (figlio di Pietro Accordi) e Gemma Fioroni, celebrato nel 1904. Pochi anni dopo, l’improvvisa e tragica scomparsa di Ferruccio (8 febbraio 1909) portò ad una ridefinizione degli assetti ereditari. Gemma Fioroni venne nominata erede universale del patrimonio mobiliare ed immobiliare del marito (come stabilito dal testamento olografo di Ferruccio del 5 febbraio 1907). In ragione del fatto che dall’unione non erano nati degli eredi diretti, Gemma avrebbe usufruito di tali ben fino alla sua morte, quando le sarebbero subentrati i nipoti del marito.


Tra le proprietà inventariate nel 1909, oltre al grande palazzo legnaghese di via XX Settembre, spiccava in particolare un cospicuo patrimonio fondiario, formato da circa un centinaio di ettari di terreno a Vigo di Legnago, in località ‘Marchesa’, a cui andavano aggiunti un corpo di edifici rustici, un mulino, una pila da riso e lo sfruttamento di alcuni diritti di estrazione d’acqua dall’Adige.

Al momento della divisione ereditaria la campagna di Vigo venne stimata in Lire 132.000, comprendenti, oltre alle scorte ‘vive’ presenti nei magazzini, l’insieme dei macchinari agricoli (trebbiatrici, aratri, caldaie a vapore).
Il palazzo di famiglia a Legnago venne invece stimato Lire 30.000: per l’occasione venne redatto anche l’inventario dei mobili che permette, pur con qualche approssimazione, una veloce ricognizione degli spazi interni. Al piano terra dell’edificio si trovavano uno studio, due sale da pranzo, un salone d’ingresso, una dispensa e una cucina; al piano superiore erano invece collocate le camere da letto, comprese quelle per la servitù e un salone che plausibilmente corrisponde all’attuale ‘sala della moda’ di palazzo Fioroni.

Nel 1939, quando ormai da oltre un decennio, Maria Fioroni aveva iniziato a raccogliere, a riordinare e ad implementare le sue collezioni archeologiche, risorgimentali e militari con l’idea di allestirle in un museo che raccontasse la storia di Legnago, palazzo Accordi venne acquistato dalla famiglia Fioroni, nella prospettiva di trasformarlo, di lì a pochi anni, nel fulcro di un allestimento museale che sarebbe poi stato donato alla città.



Le imminenti vicende belliche interruppero bruscamente il progetto museale: nell’estate del 1944 buona parte dei materiali pazientemente raccolti da Maria Fioroni vennero posti in salvo in maniera rocambolesca ad Agliate Brianza, poco prima che un bombardamento aereo alleato distruggesse buona parte di palazzo Accordi-Fioroni (17 settembre 1944).

Al termine della guerra, tra il 1946 e il 1947, il maestoso palazzo di via XX Settembre venne ricostruito sulle fondamenta del preesistente edificio con alcune modifiche che interessarono le ali, la parte centrale della facciata (progettata da don Giuseppe Trecca) e l’ampliamento delle sale al piano terra, pensato per poter accogliere definitivamente il ‘museo della città’.

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