Tra le svariate collezioni fioroniane quella delle ceramiche spicca per la grande quantità di pezzi. Solo una minima parte, una selezione dei reperti migliori eseguita dalla ‘signorina’ in fase di allestimento, è esposta al piano terra di palazzo Fioroni.
La produzione delle quattro fabbriche (via Cavour, via Roma, Porto e Minerbe) è distinguibile grazie ai peculiari caratteri artistici e tecnici; ciò nonostante le vetrine sono state approntate secondo un criterio che ne valorizza maggiormente i disegni e le decorazioni grafiche, accomunando reperti provenienti dai quattro siti sulla base del loro apparato figurativo.
Nell’originario allestimento fioroniano vennero valorizzate le stoviglie destinate ad una utenza ‘privilegiata’: i nobili veronesi e veneti, le borghesie cittadine e gli ecclesiastici. Le figurazioni riproducono volti di dame e di paggi, stemmi nobiliari, animali e simboli religiosi.
Alcune vetrine sono dedicate anche alle ceramiche che presentano decorazioni ‘standard’ del periodo: composizioni astratte, vegetali e volti di putti, destinate ad un pubblico meno esigente e meno facoltoso; sono comunque motivi in linea con quella che era la moda dei servizi da tavola tra il basso medioevo e la prima età moderna.
I caratteristici colori verde e giallo delle ceramiche decorate con la tecnica del ‘graffito’ o del ‘fondo ribassato’ predominano rispetto al bianco e al blu delle maioliche, effettivamente attestate in minor quantità negli scavi cittadini (probabilmente anche a causa della precoce distruzione delle fabbriche stesse).
Le forme ceramiche sono quelle tipiche dell’epoca: scodelle, piatti, boccali, catini, bottiglie; pochi, ma significativi, sono gli esempi di ‘scarti’ di lavorazione e di treppiedi per la cottura in forno, che Maria Fioroni ha voluto sistemare accanto ai pezzi finiti, quasi a voler rimarcare la possibilità di affermare con certezza la presenza di centri produttivi ceramici in città.
Nei progetti della Fondazione Fioroni, la collezione ceramica fioroniana verrà affiancata nei prossimi anni dalle raccolte provenienti da un contesto diverso, quello del fiume Adige.
Negli ultimi tre decenni infatti il fiume ha restituito una ingente quantità di reperti, di varia produzione e provenienza, temporaneamente depositati dalle competenti Soprintendenze per i Beni Storico Artistici e per i Beni Archeologici del Veneto nei magazzini del Museo Fioroni in attesa di essere studiati e inseriti in un allestimento permanente.