In merito a questo patriota veronese si possiedono purtroppo solo notizie frammentarie. Innanzitutto lo troviamo attivo, nel 1848, nella difesa di Venezia, col grado di sottotenente, inquadrato nei Cacciatori del Sile in compagnia di un altro veronese, il maggiore Vittorio Merighi. In seguito continuò l’attività cospirativa mantenendosi in contatto con alcuni patrioti lombardi. Nel corso del 1851 la polizia austriaca lo arrestò in seguito alla confessione di Giovanni Faccioli che fece il suo nome come possibile elemento di collegamento con un non precisato emissario lombardo. All’epoca Bonomini era passato alle dipendenze di Carlo Montanari nella Casa d’industria, istituzione per la rieducazione sociale. Dopo l’arresto fu rinchiuso nelle carceri veneziane assieme ad altri ed infine venne condannato al servizio militare obbligatorio fino al 1859, quando riuscì a fuggire prima in Svizzera e poi in Piemonte. Tenne nel frattempo contatti con il comitato mazziniano di Verona.