Polfranceschi Giovanni Battista [Verona, 1754 - ?].
Figlio di Girolamo e della nobildonna Fiorenza Maria Bonetti. Patriota, giacobino e aderente alla massoneria, fece parte del gruppo dei deputati veronesi ai Comizi di Lione (novembre 1801 - gennaio 1802) e fu inserito nel Collegio Elettorale dei Possidenti della neonata Repubblica Italiana. Nei giorni successivi alla controffensiva austro-russa del 5 aprile 1797, fu catturato nelle campagne di Ronco all’Adige insieme al fratello Luigi e al nobile Giuseppe Dalla Riva. Il 10 aprile i tre uomini furono condotti a Verona attraverso Porta Nuova; durante il tragitto la gente sputava loro addosso, picchiandoli con pugni e bastoni. Rinchiusi nelle prigioni veronesi per oltre un anno, dopo la vittoria di Marengo e il ritorno di Napoleone, Giovanni Battista e i suoi compagni di galera si illusero di essere presto liberati. Invece l’Austria inviò tutti i giacobini detenuti verso le più sicure fortezze della Dalmazia. Polfranceschi e gli altri giacobini veronesi finirono nel forte di Sebenico. Nel settembre del 1800 furono nuovamente imbarcati per Trieste e da qui tradotti nella fortezza ungherese di Petervaradino. Solo con la pace di Luneville (9 febbraio 1801) la Francia ottenne l’immediata scarcerazione dei prigionieri politici. Polfranceschi, il fratello e tutti i deportati veronesi tornarono nella loro città alla fine di marzo del 1801 accolti da straordinari festeggiamenti. Nel 1810 fu inserito fra i soci dell’Accademia di Agricoltura di Verona.