Santa Lucia di Verona (1848)
Espugnata Pastrengo (30 aprile 1848), Carlo Alberto si decise ad attaccare Verona. Inviò dunque una ‘esplorazione offensiva’ verso la città (8 brigate per 30.000 uomini con 70 pezzi d’artiglieria) condotta dal generale Bava, allo scopo di occupare le posizioni tra Chievo, San Massimo e Tomba, di fronte alla cinta magistrale. Il re sperava di provocare alla battaglia le truppe austriache e di facilitare l’insurrezione dei veronesi. Nonostante la strenue resistenza delle schiere di Radetzky e la loro potente artiglieria, gli assalti delle brigate italiane riuscirono alla fine della mattinata a conquistare Santa Lucia e far ripiegare gli austriaci entro le mura (6 maggio 1848). La vittoria della battaglia fu tuttavia inutile: Carlo Alberto, non scorgendo alcun segnale di rivolta dentro la città, si persuase che non valesse la pena tentare l’attacco decisivo a Verona e ordinò pertanto la ritirata.