Il concetto di Quadrilatero, il quale poi rimanda a quello più generale di ‘regione fortificata’, nacque nel momento in cui gli ingegneri militari austriaci si accorsero che i vantaggi strategici, per un’armata, non stavano tanto nella possibilità di avvalersi dell’appoggio di un’unica piazzaforte, per quanto ben munita di punti difensivi, bensì nel poter fare affidamento su un sistema di fortezze in collegamento tra loro.
L’idea si diffuse lentamente e si concretizzò nel Veronese solo dopo il 1848 quando le piazze di Verona, Peschiera, Legnago e Mantova cominciarono ad essere lette non più come punti estremi di due linee difensive, rappresentate dal corso dei fiumi Mincio e Adige, ma come vertici di un’area all’interno della quale le armate austriache potessero riorganizzarsi in tutta sicurezza. I collegamenti tra le piazze furono in seguito facilitati dallo sviluppo delle ferrovie.
Nella teoria militare ogni regione fortificata necessitava almeno di una fortezza situata in una posizione strategica – ed organizzata come un grande campo trincerato con forti staccati – e di altre piazzeforti, considerate di appoggio ma meno strategiche, dove non era obbligatoria la realizzazione di un campo trincerato.
Dal punto di vista generale i lavori di potenziamento della ‘regione fortificata’ veneta iniziarono intorno al 1830, ma vennero notevolmente implementati durante, e soprattutto dopo, il 1848. Gli studiosi hanno diviso, cronologicamente, i lavori in tre periodi: dal 1830 al 1848, dal 1848 al 1859 e dal 1859 al 1866.
Il piano iniziale, studiato dal maggiore generale del genio, Franz von Scholl, prevedeva di realizzare in una zona arretrata, ma centrale rispetto alle linee di difesa, una piazza di deposito in grado di contenere e di smistare le forze armate. Ovviamente Verona, per la sua particolare ubicazione, era la piazzaforte più adeguata a questo scopo.
Scholl aveva inoltre intuito per tempo che un campo trincerato costituito solo da un terrapieno continuo affiancato alla piazzaforte, era da considerarsi superato e occorreva quindi passare ad un nuovo tipo di difesa prevedendo la costruzione di forti staccati e autonomi. Il suo progetto consisteva dunque nel realizzare a Verona una cinta magistrale di sicurezza e non di assedio e inoltre un campo trincerato moderno; a Legnago il riatto della cinta preesistente; a Peschiera il potenziamento delle difese esterne con la costruzione di nuovi forti; per Mantova, considerata già efficiente, aveva pensato solo a piccoli miglioramenti.
Il progetto messo a punto da Franz von Scholl, considerato troppo avanzato e soprattutto eccessivamente costoso non fu però accettato a Vienna. [Federico Melotto]