Rossi Angelo [1840 (?) - ?].
Emigrato politico e garibaldino veronese appartenente ad una facoltosa famiglia di possidenti di Grezzana. Quando nel 1859 l’Austria dichiarò guerra al Piemonte, era impiegato insieme al fratello nei lavori di bonifica del Canal Bianco. Allo scoppio delle ostilità decise di attraversare il Po e di unirsi come volontario alle truppe piemontesi. Raggiunta Ferrara, ebbe istruzioni di recarsi a Faenza, da dove insieme a molti altri giovani emigrati fu spedito in territorio toscano per un periodo di addestramento militare. Il 24 giugno il suo reggimento stava per essere inviato al fronte, ma giunta notizia della vittoriosa battaglia di San Martino, l’ordine fu annullato. Trasferito a Rimini e terminato il periodo di ferma, si arruolò nuovamente nelle batterie da campagna dell’esercito sabaudo. Durante uno spostamento del suo contingente verso Ancona nel maggio del 1860, venne a sapere che Garibaldi stava organizzando una spedizione per la Sicilia e decise di disertare. Da Bologna in abiti civili fuggì verso Ferrara e da qui partì per Genova, dove poté imbarcarsi sul vapore Liguria, con destinazione Palermo. Angelo Rossi partecipò a tutte le battaglie sul suolo siciliano, in Calabria e in Campania. L’8 settembre entrava trionfalmente a Napoli al seguito di Garibaldi. Il 28 settembre si unì alle truppe comandate da Nino Bixio dirette verso gli avamposti borbonici per lo scontro finale sulla linea del Volturno. Nella battaglia di Monte Corvo presso Maddaloni Rossi fu ferito e quindi trasportato a Napoli, dove restò convalescente per oltre quaranta giorni. A Natale, dopo sette mesi di servizio, venne congedato ricevendo una paga di 180 lire. Imbarcatosi per Genova, tornò infine a Bologna, dove riabbracciò i suoi cari. Dopo sei anni di vita civile, nel 1866 il Rossi non resistette al richiamo delle armi e si unì nuovamente alle milizie garibaldine con i Cacciatori delle Alpi.