Caliari Girolamo [1806 - ?].
In merito a questo patriota si possiedono solo alcuni accenni relativi alla sua attività cospirativa. Lo troviamo attivo a Verona nel marzo del 1848: la mattina del 19, infatti, si formò una commissione cittadina che ottenne dal viceré Ranieri il permesso di costituire una guardia civica nella quale troviamo inquadrato, col grado di tenente, lo stesso Caliari. Egli peraltro era occupato allora, in qualità di ingegnere, nei cantieri ferroviari, fuori porta Vescovo, punto di raccolta di numerosi operai, in quel momento intenzionati, pare, a tentare un colpo di mano sulla città, progetto poi svanito grazie alla mediazione di elementi moderati in seno proprio alla commissione civica. Le notizie sul suo conto ci portano nel 1849, quando lo ritroviamo frequentatore della libreria di Domenico Cesconi, unico centro di raccolta delle forze patriottiche scaligere dopo il 1848. Quando nel 1850 si organizzò il comitato clandestino veronese, Caliari, intimo amico di Montanari, risulta essere un socio con collegamenti stretti col direttivo. Nel corso del 1851 venne richiamato dagli austriaci affinché moderasse il suo contegno e cambiasse la sua condotta politica. A lui Montanari affidò comunque l’importante attività di smercio delle cartelle del prestito mazziniano e la gestione delle carte topografiche della fortezza. Proprio per questa sua attività clandestina venne arrestato ma il suo interrogatorio non fornì particolari informazioni. Dopo il processo venne comunque condannato alla pena di morte, poi commutata in 10 anni di carcere da scontare nella fortezza di Josephstadt. Usufruì di un’amnistia nel 1856. Nel corso del 1860 Caliari fu arrestato nuovamente in seguito alla manifestazione politica avvenuta presso il teatro Ristori; durante il processo venne anche accusato di favoreggiamento all’emigrazione politica e rinchiuso nelle carceri di San Severo a Venezia.