Messedaglia Angelo [Villafranca, 1820 - Roma, 1901].
Economista e statistico, si laureò in Giurisprudenza presso l’Università di Pavia, dove iniziò la sua carriera di docente. Insegnò poi economia e statistica a Padova (dal 1858) e a Roma (dal 1870). Mirabile esempio di studioso enciclopedico, conoscitore di numerose lingue straniere e antiche, le sue ricerche non si occuparono solo di questioni economiche e giuridiche, ma spaziarono dalla cosmografia, all’idraulica e alla letteratura. Membro di varie accademie italiane e straniere, ricoprì la carica di presidente dell’Accademia dei Lincei fino al giorno della morte e mantenne i contatti con Giosuè Carducci e Antonio Fogazzaro. Fu anche uomo politico; vicino alla destra storica, amico di Marco Minghetti e Quintino Sella, fu deputato dal 1866 al 1882 e senatore dal 1884. Rifiutò la carica di ministro, preferendo continuare ad approfondire i propri studi. Convinto sostenitore degli ideali risorgimentali, Messedaglia denunciò la repressione austriaca contro la popolazione veronese dopo l’annessione del Veneto all’Italia. Nel settembre del 1866, su richiesta del Comune di Verona, Messedaglia presentò una dura protesta al governo italiano presieduto da Bettino Ricasoli contro l’illegittimo prestito forzoso imposto nei mesi precedenti dall’Austria al Veneto a copertura delle spese di guerra. Messedaglia ebbe un ruolo importante anche nel chiarire presso il governo la dinamica dei fatti relativi all’uccisione di Carlotta Aschieri, la donna incinta colpita a morte da un soldato austriaco il 6 ottobre 1866, durante le manifestazioni di giubilo che accompagnarono la notizia giunta a Verona della pace firmata tra Italia e Austria.