Faccioli Giulio [Verona 1810 - Verona 1864].
Di famiglia economicamente agiata, poté compiere gli studi universitari a Padova dove si laureò in giurisprudenza. Professionista attivo nel mondo dell’avvocatura scaligera, si segnalò per la sua appartenenza alla Società letteraria e per la sua attenzione all’attività politica; non è confermata invece la sua partecipazione, nel 1831, alla setta dei ‘masenini’. Durante le ore convulse della tentata sollevazione nel marzo 1848 Faccioli fu posto a capo di una delle compagnie della guardia civica. Successivamente fu uno dei più attivi organizzatori del comitato mazziniano. Com’è noto, tutto l’edificio si sgretolò in poco tempo dopo i primi arresti. Lo stesso Faccioli non tardò molto a parlare, andando oltre le aspettative dei giudici e compromettendo definitivamente, tra gli altri, l’amico Montanari e Tito Speri, i quali lo accusarono di tradimento. In effetti, stando a quello che lui stesso fece intendere in un suo scritto di qualche anno più tardi, è più che probabile che il peso del carcere duro e dei terribili interrogatori lo avesse portato a cedere. In seguito al processo fu condannato a 12 anni di carcere, una pena che teneva conto del pentimento e che per metà gli sarebbe stata condonata in forza della risoluzione sovrana del 7 marzo 1853. Dopo il dicembre 1856 Faccioli poté uscire, libero, dalla fortezza di Josefstadt in Boemia e tornare a Verona dove visse isolato.