Vincenti Giovanni [Verona, 1815 - Brno, 1845].
Patriota, fino al 1830 dimorò nella città natale facendo l’impiegato e l’attore drammatico. Nel 1836 si trasferì dapprima a Livorno, poi in Grecia, a Napoli e a Ginevra. Nei suoi viaggi conobbe numerosi giovani di sentimenti liberali ed esuli italiani lontani dalla patria per le loro idee rivoluzionarie. Nel 1840 decise di tornare in Italia, ma al suo rientro venne fermato a Livorno perché in possesso di passaporto irregolare. I sospetti nei suoi confronti spinsero la polizia ad effettuare una perquisizione del suo alloggio, dove fu trovata una gran quantità di carte stampate e manoscritte relative alla società segreta mazziniana. Trasferito in territorio veneto, il Vincenti fu sottoposto a regolare processo. Sebbene non emersero prove concrete di un suo coinvolgimento in progetti insurrezionali, il solo possesso di materiale incendiario, mazziniano e antiaustriaco fu sufficiente per infliggere al Vincenti una pena di dodici anni per alto tradimento da scontare nella fortezza dello Spielberg, a partire dal 7 gennaio 1842. Nulla si sa della sua detenzione, se non che morì in quel carcere malato e sofferente e che fu sepolto nel cimitero entro il recinto della fortezza insieme ad altri patrioti italiani. Solamente dopo la prima guerra mondiale i resti di Giovanni Vincenti e la documentazione relativa alla sua morte furono scoperti, e pertanto solo da allora entrò nel novero dei martiri del Risorgimento.