Zenari Pietro [Soave (Vr), 1830 - Caldiero (Vr), 1889].
Figlio di Stefano e Angela Bettili, fu sacerdote, patriota e poeta autore di numerosi componimenti in lingua e in vernacolo con lo pseudonimo di Matìo Zocàro. La sua famiglia aveva pagato un enorme prezzo di sangue in onore della causa italiana. Zii e cugini furono duramente condannati per il possesso e la diffusione di scritti eversivi. Il padre morì sotto i colpi dei soldati austriaci che lo avevano sorpreso il 7 aprile 1848 mentre osservava dall’alto del monte Tenda il posizionamento delle forze imperiali (era la vigilia della battaglia di Sorio e Montebello). Questi tragici fatti contribuirono in maniera determinante alla formazione del fervido patriottismo antiaustriaco dello Zenari. I precedenti familiari non impedirono tuttavia a Pietro di proseguire gli studi presso il Seminario vescovile di Verona e nel 1853 le autorità austriache diedero il loro beneplacito alla sua consacrazione sacerdotale. Negli anni seguenti Pietro Zenari insegnò letteratura italiana nel Seminario veronese, per poi passare a reggere la casa di emendazione (sezione della Casa d’Industria, poi Collegio degli Artigianelli) e infine approdò nel 1862 a Caldiero come parroco. Il suo deciso amor di patria – strettamente connesso all’amore per la religione – compariva a chiare lettere nei suoi scritti e nelle prediche pronunciate dall’altare e ciò concorse non poco a procurargli numerosi nemici nella Verona austriaca, anche fra i suoi stessi confratelli. Negli ultimi anni di vita, quando ormai l’Unità stava per compiersi, deluso dall’anticlericalismo dello Stato liberale e dalle leggi che quest’ultimo varava contro i privilegi del clero, don Pietro Zenari sembrò virare su posizioni più intransigenti caratterizzate da una accorata difesa della religione cattolica.