Tartarotti Francesco [Verona, 1817 (o 1816) - ?].
Conduttore di diligenza sulla tratta Verona-Milano per la Società Maestri di Posta, a partire dal 1850 collaborò con Domenico Cesconi e Luigi Dottesio al trasporto di alcune partite di libri proibiti. Già condannato per «attentato furto» e «pubblica violenza», è probabile che la sua partecipazione alle attività sovversive fosse animata più dal bisogno di denaro che non da reali sentimenti patriottici. Tuttavia il rischio a cui si espose era quantomeno un indicatore della sua poca simpatia verso l’Austria. Arrestato nell’estate del 1852 dopo che il Cesconi, torchiato dagli austriaci, aveva fatto il nome di tutti i suoi collaboratori, Tartarotti fu condannato il 19 marzo 1853 a quattro anni di fortezza e quindi deportato a Lubiana. Ma già nel marzo del 1854 poté godere di un’amnistia e tornare in patria. In seguito ai tumulti del Teatro Ristori del 15 gennaio 1860, essendo anch’egli presente quella sera, fu nuovamente arrestato e condotto alle carceri di San Severo a Venezia, ma data l’inconsistenza delle accuse fu liberato dopo pochi mesi.