Arcole (1796)
Dopo aver rapidamente sconfitto il Regno di Sardegna, l’armata francese puntò diretta contro l’esercito austriaco, il quale, in seguito alla battaglia di Lodi, si vide costretto a ritirarsi verso l’Adige. La chiave di volta rimaneva, comunque, l’imponente fortezza di Mantova che gli imperiali continuavano a tenere sebbene assediati da Napoleone. Gli sforzi del generale austriaco Dagobert Sigmund von Würmser di liberarla dall’assedio transalpino, tra l’agosto e il settembre, erano stati vani. Nell’ottobre del 1796 l’armata austriaca in Italia, composta da circa 50.000 uomini, venne affidata al generale Joseph Alvinczy von Berberek e in seguito divisa in due tronconi con l’obiettivo sia di riconquistare separatamente i territori perduti, sia, in seguito, di riunirsi a Verona e da lì marciare verso Mantova per spezzare l’assedio francese. Le operazioni iniziarono ai primi di novembre e videro gli imperiali vittoriosi nella zona di Rivoli e di Caldiero, il 12 di quel mese, mentre i francesi ripararono sulla riva occidentale dell’Adige. Dopo questa parziale vittoria il comando austriaco decise di inviare alcuni battaglioni verso Verona e altri verso Zevio nel tentativo di forzare il passaggio dell’Adige. In tutta risposta Napoleone pensò di far passare l’Adige a Verona alle sue divisioni, guidate dai generali Massena e Augereau, nella notte tra il 14 e il 15 novembre e di farle marciare in direzione di Ronco all’Adige; quando vi arrivarono si disposero in parte a nord e in parte a sud del piccolo abitato. Nel frattempo, la mattina del 15, gli austriaci si attestarono alla sinistra dell’Adige di fronte a Zevio. A quel punto Napoleone ordinò all’Augereau di passare il fiume e di marciare su Arcole e a Massena di fare altrettanto ma di portarsi verso Belfiore di Porcile. Ben presto l’Augereau si trovò a fronteggiare i corpi militari imperiali presso Arcole; il maresciallo Alwinzy, venuto a conoscenza delle manovre francesi, inviò rinforzi sia ad Arcole che a Belfiore.
Ben presto fu chiaro che il punto focale della battaglia sarebbe diventato il piccolo abitato di Arcole col suo ponte sul torrente Alpone; per tutta la giornata del 15, comunque, gli attacchi francesi vennero vanificati. A notte Napoleone ritirò i propri uomini.Il giorno successivo ci furono ancora scaramucce tra i due eserciti con movimenti di truppe nella zona compresa tra Caldiero, Arcole e Ronco all’Adige ma a sera le posizioni rimasero invariate. La battaglia si sarebbe decisa il giorno 17: durante la notte Napoleone fece gettare un ponte sul basso Alpone col progetto di attaccare gli austriaci alle spalle; nel frattempo, all’alba, la divisione di Massena passò l’Adige e rigettò i corpi imperiali verso Belfiore ed Arcole; anche la divisione dell’Augereau passò l’Alpone arrivando al contatto con gli austriaci. Un primo attacco francese al ponte di Arcole venne respinto, in seguito però il contingente imperiale posto a difesa del manufatto venne attaccato in forze dai napoleonici e sebbene riuscì a resistere fino a sera alla fine Alwinzy rinunciò all’offensiva ritirandosi. Nel complesso gli austriaci rinunciarono anche a spezzare l’assedio su Mantova. Sul terreno rimasero 7.000 morti austriaci e 4.500 francesi.