Legnago (1796-1799 e 1848)
Legnago, in quanto cittadina fortificata, rivestì sicuramente un ruolo fondamentale durante le campagne risorgimentali. Nel triennio 1796-1799 numerosi furono gli episodi bellici il cui teatro fu il territorio intorno alla piazzaforte atesina: per lo più piccoli scontri che non garantirono mai la presa definitiva delle posizioni. Senza dubbio lo scontro più rilevante e per certi versi risolutivo di questa prima fase del Risorgimento veronese avvenne nel corso del 1799, quando l’Austria decise di riaprire le ostilità contro i francesi approfittando da un lato dell’aiuto dei russi, che mandarono in Italia un numeroso contingente agli ordine del generale Suvorov, e dall’altro del fatto che Napoleone era assente impegnato nella campagna d’Egitto. Gli imperiali disposero quindi il proprio esercito, circa 60.000 uomini, nel Veronese – tra le due teste di ponte Verona e Legnago – ai quali si aggiunsero circa 40.000 russi. Di fronte stavano 55.000 francesi. Il 26 di marzo le truppe transalpine attaccarono i due fronti estremi, a nord e a sud nel legnaghese. I francesi investirono gli austriaci nei pressi di Angiari e di San Pietro di Legnago da dove dovettero retrocedere verso la fortezza di Legnago. Nel frattempo gli imperiali ricevettero l’aiuto di altre formazioni che li raggiunsero fuori porta Mantova, presso Ponte Fior di Rosa, dove avvenne lo scontro decisivo che arrise agli austriaci. I transalpini persero duecento uomini.
Legnago a differenza di Verona e di Peschiera, le altre tre fortezze veronesi del Quadrilatero, fu l’unica ad essere teatro, durante il 1848, di un piccolo episodio rivoluzionario. Questo consistette nell’azione svolta dal piccolo comitato clandestino guidato dal medico Costantino Canella il quale riuscì a prendere il controllo della fortezza per quindici giorni, senza comunque riuscire a cacciare gli austriaci.